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Il Parco dei Mostri di Bomarzo

Il Parco dei Mostri di Bomarzo è un luogo unico al mondo, dove miti, leggende, personaggi della letteratura e mostri si trasformano in creature di pietra, ricoperte di muschio. Oggi vogliamo farti entrare in una dimensione completamente nuova ed affascinante. Lasciati trasportare dalla fantasia e dalla storia, alla scoperta di universi esoterici ancora inesplorati. Buon Viaggio.

«A Bomarzo la finzione scenica è travolgente; l’osservatore non può contemplare perché vi è immerso, in un ingranaggio di sensazioni (…), capace di confondere le idee, di sopraffare emotivamente, di coinvolgere in un mondo onirico, assurdo, ludico ed edonistico»

(Bruno Zevi, Barocco Illuminismo, Roma, 1995)

Denominato anche Sacro Bosco, Bosco iniziatico o delle Meraviglie, il parco di trova in provincia di Viterbo, a pochi passi dal borgo di Bomarzo, nel cuore della Tuscia Laziale. Si tratta di un’oasi naturale, ornata da numerose sculture in basalto risalenti al XVI secolo e ritraenti animali mitologici, divinità e mostri.

La Storia del Parco

Il Parco dei Mostri di Bomarzo
Vicino Orsini

La storia di questo bosco incantato risale al 1547, quando l’architetto e antiquario Pirro Ligorio, su commissione del principe Pier Francesco Orsini, conosciuto come Vicino Orsini, progettò e realizzò il parco, ispirandosi al genere grotesque. Non vi è un’unica teoria riguardo il costruttore: alcuni studiosi, erroneamente, affidavano l’opera a Michelangelo Buonarroti, altri, invece, citavano Jacopo Barozzi da Vignola.

La realizzazione delle opere scultoree fu presumibilmente affidata a Simone Moschino. L’Orsini nominò il parco semplicemente “boschetto” e lo dedicò alla moglie, Giulia Farnese.

Dopo la morte dell’ultimo principe Orsini, nel 1585, il parco fu abbandonato, fino alla seconda metà del Novecento, quando la coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini decise di restaurarlo. I coniugi vennero poi sepolti nel Tempietto interno al Sacro Bosco, luogo di riposo anche di Giulia Farnese.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo, Salvador Dalì

Ospiti illustri varcarono le soglie del Parco dei Mostri, come Salvador Dalì che per l’occasione, nel 1948, si fece inquadrare in pose originali tra i principali monumenti.

Scienziati, storici e filologi, nel corso degli anni, fecero numerosi tentativi per dare una spiegazione al labirinto intricato di simboli, analizzando citazioni antiche o provenienti della letteratura rinascimentale.

Per esempio, prestando attenzione, puoi trovare molti richiami provenienti dal Canzoniere di Francesco Petrarca, dall’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e dai poemi Amadigi e Floridante di Bernardo Tasso.

Ma la matassa di misteri legata a questo luogo è talmente intricata da non permettere un’interpretazione definitiva ed omogenea; un’unica soluzione potrebbe anche non essere mai trovata!

Come arrivare al Sacro Bosco

Puoi raggiungere facilmente il Parco dei Mostri in macchina, prendendo l’uscita Orte o Attigliano dell’A1. Con i mezzi pubblici purtroppo la questione si complica, anche se ci sono degli autobus Cotral che dalla stazione di Orte e di Viterbo raggiungono il paesino di Bomarzo.

Regole e visite 2020

Dopo il periodo di chiusura, a causa del lockdown, il Parco dei Mostri ha riaperto ufficialmente le porte il 18 maggio 2020. E’ possibile prenotare anticipatamente la tua visita sul sito ufficiale (clicca qui). Ricorda di portare con te i dispositivi di protezione individuali e di rispettare la distanza di sicurezza! All’interno del parco, pur essendo all’aperto, la mascherina è obbligatoria per tutta la durata della visita.

Orari del Parco

Il Parco dei Mostri di Bomarzo, regole

Il Parco dei Mostri di Bomarzo è, in genere, aperto tutto l’anno con orario continuato dalle:

08.30 – 19.00 dal 01/04 al 31/08

08.30 al tramonto dal 01/09 al 31/03

Normalmente il Sacro Bosco non è aperto in orario notturno.

L’ingresso è a pagamento con le seguenti tariffe:

  • Adulti (oltre 13 anni) 11 euro;
  • Bambini da 4 a 13 anni 8 euro;
  • Bambini sotto i 4 anni entrano gratis.

Se ti interessa, è disponibile un servizio di visite guidate del parco, con un costo extra, e solamente tramite prenotazione.

L’accesso agli animali purtroppo è vietato, con la sola eccezione dei cani guida. All’interno del parco, inoltre, è vietato fare riprese e scattare foto a scopo commerciale senza una specifica autorizzazione.

Il nostro consiglio? Prenota assolutamente! Così non farai la fila sotto il sole cocente! La visita al Parco dura circa due ore e, per buona parte, si svolge al fresco sotto gli alberi.

Il percorso

Il Parco è immerso in una foresta di conifere e latifoglie, su una superficie di circa 3 ettari. Al suo interno trovano rifugio numerose sculture di varia grandezza raffiguranti animali mitologici, leggende ed edifici che ignorano volutamente le regole prospettiche o estetiche, allo scopo di confondere il visitatore.

Le sculture sono state realizzate interamente in basalto, materiale disponibile in loco, in quantità massicce; molte attrazioni sono inoltre contrassegnate da iscrizioni enigmatiche e misteriose, oggi non sempre leggibili integralmente.

Importante notare che il sentiero che percorrerai non è, salvo alcuni casi documentati, quello originario; risale infatti alla seconda metà del XX secolo, quando la famiglia Bettini lo rilevò e lo rimise in uso.

Ti starai domandando quale sia lo scopo originario con cui il parco venne costruito; sono state formulate numerose ipotesi, ma nessuna di queste definitiva. La più plausibile descrive il luogo come un “percorso iniziatico“. Di certo Vicino Orsini volle semplicemente dotarsi di un luogo incantato per il piacere altrui o personale.

Ed ora diamo inizio alla visita; ricordati sempre di tenere aperta la mente e guardare le cose da più punti di vista!

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A presto

Federica & Alfredo

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